Certo, si sa, sono un social freak incline all’uso di qualunque tecnologia venga offerta all’autore. Social network e blog innanzitutto, ma anche software di scrittura e tablet per raccogliere impressioni all’istante. Ed è ridondante forse ribadire che durante la stesura di Zagreb e tutta la fase di editing ho fatto uso di computer e eReader. Eppure, proprio come è successo con twitter e blogging, ho sentito nella scrittura con computer e tablet una sorta di affanno da tecnologia.
Sorpredentemente ho spento gli aggeggi elettronici e per il prossimo romanzo, BerlinXxX è il working title, ho comprato dei quaderni e ho continuato a scrivere con carta e penna. Ed è stata, è un’esperienza magnifica.
Ecco qui otto buone ragioni per usare carta e penna per il tuo prossimo romanzo.
1. Con carta e penna raggiungi più facilmente i tuoi obiettivi
Gli studi del Professor Gail Matthews indicano che coloro che appuntano e condividono i propri obiettivi hanno una probabilità del 33% superiore di raggiungerli. Altri studi dimostrano che scrivere a penna e/o prendere appunti facilita l’apprendimento di parole straniere e, più in generale, migliora la performance.
2. Eviti la distrazione dei social network
Sai di cosa sto parlando vero? Scrivi un rigo, ti fermi, un click, e sei a controllare i numeretti rossi di facebook e le mentions di twitter; nessuna notifica, torni a scrivere; dov’eri?, ah, quelle dieci parole; beep, un messaggio su skype; no, niente di importante; ritorni a scrivere, fermo al primo rigo; pensi, aggiungi un paio di parole, cancelli e riprendi da capo. Se tutto questo ti è familiare, anche tu, come me e molti altri, hai un problema con i social network. Un problema che limita la tua efficienza come scrittore. Scrivere con carta e penna lo elimina totalmente: niente connessione, niente distrazioni.
3. La tua scrittura è più efficace
Quando scrivi a penna, scrivi più lentamente. Impieghi più tempo, hai quindi più tempo per pensare: ogni parola è scelta con più attenzione. Anche perché su carta è complicato cancellare, spostare, copiare e incollare. La prima stesura con carta e penna, questa è la mia esperienza, è di migliore qualità.
4. Scrivi ovunque, scrivi di più
Lee Rourke racconta sul Guardian che quando scrive a penna raggiunge una “comfort zone” a cui non ha accesso quando scrive al computer. Ho sperimentato qualcosa di simile: con carta e penna, quasi la pagina fosse un portale, entro dentro la storia e non importa di essere in un bar, su un treno o per la strada. Scrivo ovunque e scrivo di più.
5. Il romanzo è sempre con te
In auto, in metro, nella fila dell’ufficio postale, puoi portare il romanzo sempre con te. Lo guardi, con amore quando hai scritto bene, con sguardo di sfida quando ti aspetta una scena difficile. Il tuo romanzo è sempre lì. E’ un po’ come covare un uovo: lo mantieni al caldo per mesi finché non si schiude quando la prima bozza è pronta.
6. La scrittura diventa un’esperienza fisica
Da quando ho iniziato a scrivere a penna, ho comprato decine di quaderni che poi ho ordinato su un intero scaffale della mia libreria. I quaderni sono materiali, occupano spazio, prendono polvere. I quaderni aspettano di essere scritti e ogni volta ti ricordano che è un buon momento per scrivere. Un quaderno prende forma e volume, cresce insieme alla storia ed è testimone di una buona giornata di scrittura.
7. Le tue correzioni rimangono sulla carta
Con il computer puoi spostare frasi con un click, aggiungere parole e cancellare interi periodi. Questo sulla carta non è possibile e, magicamente, questa impossibilità produce una varietà di segni e convenzioni, di frecce e asterischi. Come le rughe sul viso di un uomo, le correzioni segnano il trascorrere dello scrivere. E rimangono lì a tua completa disposizione anche quando un’idea che ti era sembrata da scartare diventa la chiave dell’intero romanzo.
8. I quaderni sono l’eredità della prima bozza
Ultimata la prima stesura, passerai il testo scritto su carta al computer. Lo riscriverai decine di volte e lo rileggerai. Lo lascerai riposare e comincerai di nuovo. Arriverà un giorno in cui verrà pubblicato e lo promuoverai. Ecco, quando esisterà un libro con il tuo nome stampato su quella splendida copertina, riaprirai i tuoi quaderni: dentro ci sarai tu al tempo della scrittura di quel tuo romanzo.
Scrivi su carta o preferisci il computer? Hai sperimentato anche tu differenze nello scrivere con carta e penna? Ha senso o è una perdita di tempo?
Se ti va, condividi la tua opinione nei commenti.
12 thoughts on “Da Social Freak a Scrittore all’Antica”
Standing ovation!!! 😀
Mai abbandonati carta e penna. Anzi, in tutte le mie borse deve per forza esserci almeno un blocchetto e 2 o 3 penne (rigorosamente inchiostro nero gel, ma anche le vecchie bic nere, quando scrivono bene), altrimenti mi sento…nuda, ecco. La mia casa è invasa in ogni cassetto di quaderni, diari, agende, blocchi, fogli e foglietti e un numero indefinito di penne che guai a chi le getta! Se entro in un grosso supermercato, il mio reparto preferito è proprio quello lì, e se nessuno mi tiene a bada, rischio di passarci le ore ad osservare ogni singolo prodotto ed alla fine comprare sempre qualche pezzo, anche se magari non ne ho bisogno.
Trovo tremendamente rilassante il suono e la sensazione che si prova quando la penna scivola sul foglio. Se scrivo a penna, mi sembra di mettere nero su bianco sul serio una grossa, enorme parte di me, a differenza di quando scrivo al pc. Poi soprattutto se magari scrivo qualche pensiero mio, ho il vizio anche di fare dei disegnini, quegli sgorbietti che se li vedesse qualche psicologo probabilmente mi farebbe martire XD Se sono fuori casa e mi viene in mente una frase o qualcosa da appuntarmi, tiro fuori penna e carta e lo faccio. Lo faccio anche col cell, a volte, certo, ma…non è la stessa cosa. Magari troppa luce si riflette sullo schermo o comunque, per quanto cellulare o altro ipermoderno, non è mai pratico come il vecchio caro foglio di carta. Anche per la banalissima lista della spesa. Ed è verissimo, scrivere a penna è come se ti permettesse una maggiore concentrazione. Adoro anche io infinitamente il web e tutto ciò che gli ruota intorno, e infatti periodicamente mi metto a studiacchiare da autodidatta alcune cose tipo html ecc. Ma anche in quel caso va sempre a finire che prima o poi riporto tutto a penna su quaderno, perché se lascio le cose come semplice file sul pc o anche se le stampo, non mi danno lo stesso effetto.
Ebbene si, sono una grafomane. Non solo virtualmente XD
grazie Mucca Mumfuzz per il tuo commento. 🙂
Sono d’accordo, ma credo che i dieci punti siano più calzanti per le generazioni in transito tra analogico e digitale.
Forse, ma è una teoria che abbozzo qui e ora, l’efficacia della penna deriva dal metodo con cui l’individuo ha appreso nell’infanzia.
Probabilmente, i fantomatici nativi digitali avranno performance migliori creando e gestendo progetti intellettuali esclusivamente in ambiti digitali.
Per quanto mi riguarda, quando devo semplificare idee complesse (strategie, processi, trame e affini) sento l’esigenza di carta e penna. Diversamente, nel momento in cui stendo un testo, non posso prescindere dalla tastiera. In parte per una disgrafia di ritorno, in parte perché amo la velocità con cui riesco ad andare dietro ai miei pensieri.
Se ti interessa, ti suggerisco di leggere “Scrivere è un tic” edito da Minimum Fax http://goo.gl/0xHBo in cui Francesco Piccolo descrive, con un certo divertimento, metodi, manie e abitudini di scrittori noti.
Grazie Edoardo per il tuo commento.
È possibile, o forse probabile, che tutto ciò valga per coloro, come noi, che hanno appreso e studiato usando carta e penna e che per i “fantomatici nativi digitali” le cose siano/saranno molto diverse.
Quello che trovo interessante, ed è da qui che è venuta la “necessità” di scrivere questo post, è che sono arrivato alla penna dopo aver utilizzato il computer per anni. In qualche modo è stata per me, quella della penna, una scoperta…
Arturo,
le tue considerazioni sono perfettamente condivisibili, e anche noi dell’eBook Club Italia ce ne siamo resi conto da molto, molto tempo.
E siamo andati oltre, comprendendo il motivo di tutto ciò. Per scrivere, annotare, studiare e fare ricerca è sempre meglio la carta perché, ad oggi, non esiste un dispositivo elettronico idoneo a mimare ciò che lo scrittore, studente o ricercatore fa con la carta. I tablet e gli ereader sono ottimi strumenti, rispettivamente, per la consultazione e per la lettura, ma non vanno bene per lo studio.
Tempo fa siamo stati interpellati dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Bologna con la richiesta di identificare un device idoneo a sostituire le montagne di carta che quotidianamente i ricercatori consumano. Purtroppo siamo stati costretti a comunicare loro che lo strumento in questione non esiste. Tra gli oltre 150 dispositivi che abbiamo nel Museo dell’eBook forse solo l’Entourage Edge e l’Asus EEE Note si avvicinavano a quanto richiesto, ma senza soddisfare pienamente le esigenze di chi deve trasporre le proprie idee su carta. E questo è il motivo per cui tanti sondaggi fatti tra gli studenti evidenziano che essi preferiscono ancora la carta.
Come eBook Club Italia abbiamo in progetto un software che dovrebbe ridurre questo “gap” tra carta e digitale, e potrebbe tradursi in un sistema hardware/software se i risultati fossero positivi.
Ma per il momento non ci resta che usare la carta…
Luke
Luke, grazie per il tuo commento… molto prezioso.
Io ho usato (e comunque continuo a usare) iPad e computer anche per sviluppare le idee. Molto interessanti sono i software di mind-mapping. Ma come dici tu, Luke, la totale libertà della carta è ancora lontana…
Ciao!
Io non ho mai abbandonato la scrittura a mano: come scrive Julia Cameron, battere sui tasti o sfiorare uno schermo sono altre attività rispetto alla scrittura manuale.
La mano che tiene una penna e la lascia scorrere su un foglio ha un collegamento più fisico, più diretto, con pensieri ed emozioni.
Quando scrivo a mano lo faccio in modo più emotivo, più istintivo, e mi ritrovo i pensieri messi nero su bianco, senza troppi filtri, mentre quando uso una tastiera tendo a scrivere con meno veemenza e con tempi di riflessione che tendono a trasformare quello che voglio scrivere veramente.
Bella la riflessione sui quaderni che restano a testimonainza delle prime stesure!
Grazia
Grazia, quello che dici tu l’ho sperimentato anche io. Tradurre il flusso di pensieri è molto più facile su carta. E per appunti e diario personale l’ho sempre usata.
Il passaggio all’uso di carta e penna per “scrittura pensata” o, se vuoi, “scrittura creativa”, beh… questo mi ha sorpreso…
Su una cosa riflettevo giorni fa. Pur utilizzando tutti gli ultimi aggeggi tecnologicamente avanzati, continuo a sentire la necessità di un’agenda cartacea. Appuntamenti, impegni, cancellature, frecce che indicano spostamenti, appunti sparsi, numeri di telefono e indirizzi presi al volo mentre sto al telefono con qualcuno, per me non hanno mai avuto spazio nell’agenda di un palmare. Ci ho provato, ma poi mi dimentico di guardarla o di aggiornarla. E continuo a cercare la mia agenda rossa sulla scrivania (agenda rossa che se perdo sono fottuta) e a scriverla utilizzando penne diverse, con inchiostro di colori diversi per ricordare meglio, evidenziare diversamente a seconda delle priorità. Ad esempio oggi devo telefonare ad Annarita della Città del Libro per i biglietti del reading del Pasticciaccio di Gadda! I miei due biglietti stanno nelle sue tasche!
Cara Elena,
Cioè vedo due ragioni per quello che hai sperimentato tu:
1. Siamo cresciuti con l’uso di carta e penna, è stampata (letteralmente) nel cervello, nei nostri ricordi. Cambiare in corsa non è facile
2. Come diceva Luke,
Insomma, le cose cambieranno credo. 🙂
Solo a me sembra di scrivere in modo diverso, in termini di stile e scelte linguistiche, quando uso la penna piuttosto che la tastiera?
non so quale strumento sia meglio, so che il risultato finale è molto diverso. Forse la scrittura a tastiera è più ritmata, quella a penna più colorata.
impressioni.
Ho provato a scrivere sia a mano che col computer, ed io mi trovo meglio col computer.
Siccome quando invento storie le immagino come dei films, non posso stare dietro solo con la mia mano.
In più, scrivere a mano mi riesce difficile, perdo destrezza, dopo cinque parole mi viene la scrittura di un disgrafico, e se devo andar piano, con la testa sono già al capitolo 5.
Oltre tutto quando penso a cosa scrivere, non mi viene in mente pezzo per pezzo, ma sono capace di creare una storia intera, con tanto di episodi e di battute in un blocco solo, perciò per scriverla tutta devo costantemente pensare all’insieme e ai dettagli, e a mano questo non riesco a farlo, finisco solo col perdermi.
Per le bozze, correggo sempre su un file differente, quindi mi rimane tutto.